IRLANDA BY BIKE

SEMPRE DRITTO FINO ALLA REGINA, POI A SINISTRA

Quest’Anno, per motivi non dipendenti dalla mia volontà, il 14 agosto dovevo essere a casa, per cui mi sono trovato nella necessità di scegliere una destinazione meno pazza del solito, e soprattutto più vicina.

D’altronde, sarà una scelta che in futuro diventerà sempre più probabile, visto che i paesi poveri raggiungibili in moto li ho visti più o meno tutti, mentre gran parte di quelli che mi mancano, ultimamente  mi stanno pure sulle balle. E visto che appena hanno ospiti si sentono in diritto di trattarli come polli da spennare, non intendo portar loro in dotazione neanche un quattrino. Non è passato molto tempo, infatti,  da quando ho visitato l’azerbaijan, dove, come una giovane recluta in un carcere, ho dovuto muovermi con tale attenzione all’inculata dietro l’angolo che la bellezza e le peculiarità del posto sono passate in secondo piano. Non amo pagare multe ingiuste, non amo pagare pur di proseguire il mio viaggio, come fanno tanti nord europei, pertanto se è vero che ogni paese può istituire le regole che ritiene più appropriate riguardo gli stranieri, è altresì vero che io come turista posso decidere dove andare.

Viaggiare in paesi più civili vuol dire, però, essere disposti a considerare un costo medio giornaliero più alto, ed è dunque per ridimensionare i costi che ho deciso di sperimentare seriamente il campeggio in ferie, portandomi quindi tutta l’attrezzatura necessaria e ristudiando completamente la disposizione del carico sulla motocicletta

La mèta quest’anno sarà per giunta l’irlanda, paese piovoso per definizione, quindi il mio campeggio a lungo raggio avrà un bel battesimo. Parto dunque con la tenda e tutti gli accrocchi necessari, itinerario di base creato e destinazione studiata per bene, ma con l’idea che farò quel che mi pare, come mio solito.

Prenoto i traghetti prima di partire, saranno gli unici vincoli della vacanza, d’altronde conosco già la data ultima del rientro pertanto è la cosa più sensata da fare

I primi due giorni sono di trasferimento. Salto a piè pari i guanti omologati, i giubbini obbligatori l’etilometro, i caselli ogni 50 km e i limiti dei francesi, e dopo 750 km di italia, svizzera e germania campeggio prima a Kehl (D) vicino a strasburgo, poi dopo altri 650 km, in francia a licques, vicino boulogne sur mer.  

A Calais prendo un traghetto che mi ricorda un vecchio conoscente su gold wing: piuttosto che girare il mezzo per tornare indietro, il comandante si fa tutta la manica in retromarcia, eppure di spazio ne aveva !! Forse aveva ancora il foglio rosa…

Le bianche scogliere di Dover mi accolgono in tutta la loro bellezza, ma la mia testa è piena di pensieri riguardo un altro aspetto che incombe : la guida a sinistra, ovvero il rischio di frontale per colpa mia! In realtà, alla fine ho capito che il vero problema della guida a sinistra sarà solo il ritorno alla guida a destra, visto che nel primo caso tutti i miei sensi sono all’erta per non sbagliare, mentre nel secondo mi sento più tranquillo, nel cosiddetto “ritorno alla normalità “, e infatti esco dal porto di Calais tutto a sinistra

Ho scelto degli orari furbi per i traghetti, per non rischiare di arrivare in ritardo: o al mattino presto o appena dopo, in modo da costringermi la sera precedente a dormire vicino al porto : a qualsiasi ora della giornata arrivo, il traghetto è il giorno dopo. Spostarsi a ovest vuol dire guadagnare un’ora, per cui arrivato presto a casa della regina, mi godo parte dell’inghilterra su statali, e mi fermo a dormire a Pontardawe, zona Swansea, dopo Bristol

White cliffs di Dover
GALLES

Sono passati 3 giorni e 1.973 km e comincio a sentire un dolore alla schiena, parte bassa. Non parlo delle chiappe, sarebbe risolvibile con una sella migliore o con un cuscino tipo air-hawk, ma della bassa schiena. Il motivo è semplice, sono tre giorni che viaggio da mattina a sera, e la mia BMW non è fatta per questo. Con questa motocicletta posso compiere fantastiche pieghe o divertirmi sugli sterrati, ma se devo viaggiare per tre giorni a ritmi come questi, sua sorella gold wing che sonnecchia ridendosela in garage in italia è sicuramente più indicata. Mi terrò il mal di schiena latente per tutta la vacanza, e questo farà partire in me tutta una serie di riflessioni che dureranno per tutte le ferie, e che non affronto ora nel report del viaggio.

La mattina dopo parto con una bella colazione a base di funghi (!) e arrivo a fishguard pronto per affrontare ben 3 ore e mezzo di navigazione. La stena lines è veramente un’ottima compagnia, ha capito che non è necessario congelare i propri ospiti con un’indecente aria condizionata, e gli spazi tra una fila di sedili e l’altra sono ampi, per cui posso distendere bene le gambe. La nave è molto pulita e le voci all’altoparlante sono gentili, veramente un piacere viaggiare con loro. Inoltre procedono di prua e non in retro ! Anche la gente che viaggia, mi sembra a posto, ordinata e pulita e corretta, e questa è per me una novità : ho sempre cercato di prendere meno traghetti possibile nei miei viaggi, ma siccome viaggio tanto, e a volte è inevitabile, alla fine ne ho presi tanti. Ebbene, ho constatato che ho sempre avuto la sfortuna di viaggiare con gente che la sera prima non aveva dormito e aveva fatto digiuno: tutti, dico tutti, appena arrivano si stravaccano come maiali sui divanetti, occupano tre posti, appoggiano per terra mille stronzate che potevano lasciare in macchina, e soprattutto…. Dormono e mangiano ! Mangiano a qualsiasi ora, e dormono anche su traghetti da un’ora di navigazione, come la manica. Ho visto prendere 20 sterline di piattino di carne alle 9.30 di mattina, o sbafarsi 500 grammi di patatine meno il dieci per cento (che resta sempre sulla mouquette!). E vogliamo parlare di quando ci sono anche dei bambini ? ci sarebbe da scrivere un libro… alla fine ovviamente si fa finta di niente.

Eccomi in irlanda, la meta del viaggio! Mentre in italia gli amici arrostiscono come costolette di maiale ai 36 gradi medi di giorno, io viaggio intorno ai 18-20, e sto proprio bene. Appena dentro mi dirigo verso Kilkenny, l’intenzione è di fermarmi una notte per poi ripartire subito verso il sud e i suoi anelli per motociclisti (ring of kerry, wild atlantic way, ecc), ma qui succede un fatto : la strada si fa piacevole, il mio ritmo rallenta e… Kilkenny mi strega! Una località fantastica, un centro stupendo, un castello che mi incuriosisce…no ! Col cavolo che domani riparto ! Rientro in campeggio con l’idea di fermarmi due notti. Azz appena dentro perdo già un giorno di viaggio ? Come mio solito nell’itinerario avevo previsto un giorno di riposo, su undici a disposizione in irlanda, per qualsiasi evenienza, ma se me lo gioco subito così, non ho più margine. Fa niente, mi arrangerò in qualche modo

Incontro Guillermo, con cui stringo subito amicizia; è un motociclista argentino di Buenos Aires, che gira da due anni con un GS come il mio. Ceniamo insieme, mi spiega il suo itinerario e alcuni trucchetti da grande viaggiatore che imparo subito. Tra l’altro, conosce Emilio Scotto, suo ex vicino di casa, un mito per tutti noi. Al momento è insieme alla sua compagna, che ogni qualche mese lo raggiunge in aereo con tutto il necessario per lei (casco, sacco a pelo ecc), e prosegue con lui per un mesetto, poi ritorna in argentina. Ha un profilo instagram , tale guillermo coudray, andate a vederlo se volete. Qui si materializza la prima cazzata del viaggio : finisce il butano che mi ero portato da casa già montato dall’ultima volta nel fornelletto. Poco male, con me ho la cartuccia nuova ma… incredibile, è di pochi mm più grande della vecchia! E sì che prima di comprarla, alla decathlon, avevo preso le misure col righello !! Ma come si fa a fare due cartucce identiche, stesso colore stesso tutto ma differenti di pochissimi mm ?!? Sufficienti però perché non possa adattarsi al mio fornelletto. Sono fregato, proverò a cercarne una nei prossimi giorni. Questa gran butanata non mi costa la cena solo perché Guillermo ha tutto l’occorrente e praticamente mi offre la cena cucinata da lui, oltretutto superlativa

Guillermo

Aaahhh Kilkenny! Fantastica città, e per ora non piove! Visito bene la città prima che un acquazzone mi faccia rimpiangere le mie parole, poi giro tutti i castelli della zona, compresa rock of cashel, in mezzo a turisti di ogni nazionalità tranne italiana. Inoltre, oggi è mercoledì primo agosto, e l’autorità irlandese ogni primo mercoledì del mese permette l’ingresso gratuito alle principali attrazioni nazionali, io non lo sapevo ma approfitto e gradisco ovviamente

Kilkenny
Cahir castle
Lismore

Dopo questa giornata di relax, pochi km e tanto cazzeggio, ora finalmente è venuto il momento di girare un pò in moto : la strada mi porta fino al punto più a sud dell’irlanda, mizen head, e con una gran scarpinata arrivo proprio fino in fondo, a osservare l’oceano atlantico che si infrange sulle rocce. Viaggiare è piacevole, gli automobilisti sono molto corretti nei confronti di noi motociclisti, sembra che tutti abbiano a casa una moto anche loro.

Cosa rende piacevole un viaggio in moto? Sono tanti gli aspetti che contribuiscono a renderlo migliore, ma quali sono quelli più importanti? Nel mio casco ora tutti i transistor stanno lavorando per portare a termine questo concetto… certo è soggettivo, ma allora per me, nel mio caso, quali sono gli aspetti più importanti ? Che non piova, certo. La qualità dell’asfalto, ovvio. La sicurezza del mezzo che conduco, carico, gomme, si, si e la sintonia con lui ! La tipologia del percorso, autostrada, montagna, statale. Ma questa terra mi fa apprezzare e capire quanto importante sia per me un aspetto che non avevo reso così evidente in passato, proprio perché alla fine ci fai l’abitudine: il traffico !!! E’ fondamentale viaggiare senza traffico, sono più riposato, ho più tempo per guardarmi in giro, non devo costantemente prevenire la minkiata dell’automobilista, sempre in agguato. Mi viene in mente una battuta di un film di Benigni (Johnny stecchino) sulle tre piaghe di Palermo, rido e proseguo

La sera ceno in un delizioso posticino tipico di pescatori, a metà tra un bar e un ristorante, insieme agli avventori che si godono una partita di hurling femminile alla tv e a due vecchietti che mano nella mano aspettano la cena. Fuori è chiaro, ma sono già le 21.00 e pernotto in un isolato quanto semplice B&B nella sperduta valle di Ahakista

Oggi sarà una giornata spettacolare. In mattinata ho deciso di fare il priest’s leap, un passo abbandonato dal mondo in cima a una valle remota e disabitata raggiungibile tramite un percorso stretto e verdeggiante, fatto di kilometri di strada a senso unico, con l’erba in mezzo alle due strisce d’asfalto. Ovviamente queste cose le ho scoperte solo vivendole, come diceva Battisti. Lassù solo io e decine di caprette, oltretutto decisamente malnutrite, e infatti non riesco a spiegarmi la grande quantità di merda che sono capaci di scaricare sull’asfalto bagnato e quindi già di per sè scivoloso. Murphy non mi abbandona mai nei miei viaggi, e infatti nel punto peggiore del percorso ha iniziato a piovere, e se avessi incontrato un’auto nell’altro senso di marcia sarebbe stato un bel casino. Ridisceso, ho percorso tutta la costa fino ad entrare in valentia isle, una delle mète del viaggio, incontrata tramite un ponte e salutata con un traghetto. In serata, dopo aver piantato la tenda a Castlegregory, avendo ancora un’oretta di luce ho deciso di inerpicarmi su per il Conor pass, rivelatosi eccezionale per panorami e arcobaleni o giochi di sole tutt’intorno. Già che c’ero, ho percorso anche la slea head drive e sono rientrato in campeggio a notte fonda

Oggi punto a nord. Voglio fare il traghetto di Tarbert e ridiscendere nuovamente verso ovest per doppiare un altro capo che mi aspetto essere piuttosto solitario e deserto, cioè aill na brun (o loop head). Poi andrò su a vedere le mohair cliffs e cercherò di arrivare a pernottare a roundstone. Una giornata sicuramente impegnativa, visto che sono circa 400 km di curve più la visita alle cliffs. A Loop head c’è parecchio vento e il navigatore decide di farmi fare una strada sterrata per arrivarci, viaggio sereno e arrivato là trovo dei camper e delle roulottes appostate nel parcheggio piene di figli dei fiori intenti ad oziare. Ho calcolato una lunghezza media del capello di 80 cm, maschi o femmine è indifferente !

I panorami sono molto belli e le scogliere parecchio ripide, mi faccio la mia solita gran scarpinata, diverse fotografie e riparto. Le mohair cliffs, invece, dal punto di vista turistico sono tutt’altra cosa. Arrivo dietro a una fila di macchine e pullman, c’è coda da un po’, e casino solo per entrare nel parcheggio allora proseguo a cercarne un altro. Purtroppo, non c’è , e la fila di macchine che vengono in senso opposto mi impedisce addirittura di invertire la marcia. Per poter girare la moto devo percorrere un buon chilometro, e finalmente a destra trovo una stradina ma è ripida, la prendo nella speranza di trovare uno spiazzetto per girarmi. Non c’è. Dopo quasi 500 mt di salita noto un piccolo cartello a destra che dice : cliffs… Boh. Strada sterrata, la prendo e arrivo ad un parcheggio alternativo, proprio a fianco alle scogliere, dove mi fanno accomodare la moto in un posto dedicato , piatto e asfaltato, e non mi fanno pagare… che fortuna! Essendo uno dei luoghi più visitati dell’irlanda, trovo per la prima volta degli italiani e la cosa non mi fa piacere, perché sento solo lamentele per ogni cosa. Giro con calma il sito e ora che arrivo alla moto è metà pomeriggio. Non ce la faccio ad arrivare a roundstone, e così con parecchia fatica ( è sabato) trovo un B&B a 50 km, a Clarecastle, e chiudo la giornata

Oggi è giornata di castelli e abbazie, ma anche di lande desolate: percorrerò achille island, una zona che mi attira molto perché la guida ne parla molto bene. Dunguaire castle scorre velocemente ma kylemore abbey è veramente uno spettacolo. Parcheggio la motocicletta e dedico tutto il tempo necessario alla visita del sito, abbazia e giardini, bellissimi, posti a circa 1.5 km dall’abbazia, e ai quali si può giungere o a piedi o tramite un pulmino a prezzo irrisorio. Una gemma incastonata in una valle verdissima e molto piacevole da percorrere in moto. Prima di ripartire do un’occhiata alle gomme e… kaazzz!! Quella dietro è estremamente consumata al centro, non c’è più battistrada. Avevo notato che l’asfalto irlandese è particolarmente granuloso e duro, ma non pensavo che mi mangiasse la gomma in questo modo. Quella davanti è migliore, decido di monitorare la situazione, ho già fatto 2.500 km in irlanda ma ne ho ancora almeno altri 2.000, più 1.500 per arrivare a casa. Proseguo per la selvaggia achille isle, immaginandomi a un certo punto di percorrere le curve su di un enorme tallone, e trovo un campeggio a Sligo, caro e ventilato, ma va bene lo stesso, e la sera ceno in un tipico pub irlandese con fish and chips…. ormai mi sento uno di loro !

Questa mattina mi alzo con una gran voglia, percorrerò tutta la costa nord, da slieve league farò il giro del donegal, e visiterò glenveagh castle e malin head. A Slieve league i panorami sono eccezionali, e dopo una scorpacciata di curve mi immergo nella visita di glenveagh castle, in una giornata che  diventa un’altalena tra attrazioni e ottime strade che sembra studiata apposta. Ma dopo kylemore abbey, il castello ne sembra la brutta copia, e i giardini anche, per cui riparto veloce verso il capo più a nord dell’isola, malin head, dal nome tra l’altro simile a quello più a sud, mizen head. Anche qui mi “godo” una lunga passeggiata tra le scogliere con 15 gradi, prima di ripartire per il campeggio di quigsley point, dove noto che l’erba è perfettamente livellata e tagliata, ma non raccolta bensì sparsa sul prato…. domani far su la tenda sarà un casino. La sera entro in un pub e comincia una gran chiacchierata con due vecchietti locali, marito e moglie, che vivono a 200 mt dal pub e ci vanno spesso. Passo due ore molto piacevoli in loro compagnia, poi rientro in tenda, pronto per affrontare le prime “città” serie : domani comincia un po’ di percorso urbano, si va a Londonderry !

Mi piace girare da solo nelle mie vacanze, ormai ci ho fatto l’abitudine e ogni anno che passa affino il mio stile di viaggio. D’altronde, come in tutte le cose, viaggiare da solo presenta aspetti positivi e negativi; di positivo ad esempio c’è che il carico da gestire è molto più leggero, non c’è una persona in più, coi suoi bagagli, e questo vuol dire molto per la guidabilità della moto. Inoltre di positivo c’è l’assenza di un corvo sulla spalla che ti dice sempre cosa c’è che non va, e che si lamenta magari di quella pioggia che invece ti stai godendo nel casco. Altresì, di positivo c’è che posso decidere andatura, tipo e durata delle soste e degli alloggi, se entrare o no nelle attrazioni, cosa mangiare, a che velocità andare…insomma tutto. E se mi va di guardare un culetto che parla… posso farlo senza che un coltello mi si pianti nel fianco. Di negativo… beh vado in fiducia, ci sarà sicuramente qualcosa.

Allora come detto da oggi si fa un po’ di città… solitamente in questi casi mi preparo molto bene su cosa voglio vedere, faccio l’elenco in ordine di visita e procedo senza perdere tempo. Nella maggior parte delle città le attrazioni sono tutte ravvicinate in centro, e in tal caso lascio la moto in un parcheggio e non la tocco fino alla fine, oppure se c’è qualcosa di interessante fuori dal centro, cammino la mattina e al pomeriggio uso la moto per arrivare a queste. Derry è piccola, forse se ne riparlerà per Belfast o Dublino. Parcheggio su un asfalto scivolosissimo a St Columbs cathedral tra le ire della megera che gestisce l’ingresso della chiesa, e mi giro tutta la cinta di mura con calma. Noto che è pieno di solicitors, che nel gentile ed educato linguaggio britannico e irlandese indica l’avvocato: dunque colui che semplicemente “sollecita le persone ad adempiere al loro dovere di debitore”. Certo che se da noi, io avviso il mio debitore che metto in mano la pratica a un “sollecitatore”, mi ride in faccia. Fotografo i tipici murales e riprendo il mio viaggio

Non mi dimentico di passare a Ballymoney , città natale di Joey Dunlop, eroe del TT all’isola di Man, cui hanno dedicato un vero e proprio angolo della cittadina, con una statua molto bella secondo me, e invio le immagini agli amici del forum, che gradiscono. Onestamente a me della velocità assoluta non frega proprio niente, però mi sentivo di rendere omaggio a tale figura, visto che nel periodo in cui ho vissuto a Bologna, gli amici, che lì vivono a pane e motociclette, parlavano solo di lui. Il dunluce castle è un po’ diroccato ma veramente spettacolare, è il tipico castello scozzese o irlandese e le foto vengono benissimo con l’oceano sullo sfondo. A Bushmills mi fermo all’omonima distilleria, che visito completamente. E’ un’esperienza significativa, gradevole e istruttiva; alla fine la tipa ci dice che incluso nella visita c’è un bicchiere di whiskey base, e ce lo offre, e se vogliamo basta andare al bar col biglietto e ce ne danno un altro a nostra scelta, anche di tipo diverso. Mi piace talmente tanto il primo bicchiere, che subito vado al bar per prendere l’altro. Mentre studio come spiegargli cosa voglio, il barista mi vede in abbigliamento da motociclista, e mi spiega che con un bicchiere sono nella norma ma se prendo il secondo bicchiere sono fuori dai parametri per la guida, quindi non mi conviene. Certo certo gli dico, e lo ringrazio, lui mi fa segno di attendere un attimo e dopo un minuto… si presenta con due mini bottigliette di whiskey bushmills da 50 ml cadauna dicendomi…. Queste le puoi bere stasera ! Fantastico !!

Ma bando alle ciance, è il momento delle giant’s causeway, principale destinazione del viaggio e a lungo agognata come mèta nei miei progetti di viaggio degli anni scorsi. Ovviamente… è pieno di italiani, parcheggio la moto e scarpino fino alle rocce esagonali, veramente anomale e sensazionali. Ognuno si arrrampica come può, io invece veloce come un gatto salto da una roccia all’altra divertendomi parecchio. C’è anche un pulmino che fa la spola tra la reception e la struttura, ma la distanza non è tanta (sarà 1 km) e i pulmini partono ogni 20 minuti circa. La struttura dove  è collocata la reception è molto ben fatta, tutto richiama le rocce esagonali, pavimento compreso, mi siedo un po’ a osservare la gente poi me ne vado al rope bridge. Il ponte, costruito dai pescatori irlandesi per poter accedere all’isola di Carrickarede, è posizionato 30 metri sopra le rocce, ed è lungo 20 metri, ed è oggi un’attrazione turistica, tanto che in biglietteria sento dire, alla topina davanti a me, che c’è da attendere un’ora prima di poterlo solcare. La gente va lì, si piazza in mezzo al ponte e si fa fotografare, con uno scenario tutt’intorno fantastico, e poi torna indietro. La magnifica giornata si conclude con una passeggiata alla dark edge, una strada costellata ai lati da faggi secolari che ricadendo sulla strada offrono un passaggio spettacolare. Qui trovo dei gran giapponesi, entro lo stesso con la moto anche se non si potrebbe e la percorro tutta. Ho tempo per arrivare a Belfast, dove scelgo per la notte la piccionaia di un B&B molto delizioso, e in assoluto relax.

Quando visito le grandi città solitamente mi fermo a dormire nello stesso posto per un paio di notti. Questo mi consente di girare scarico, e in abbigliamento formale e non da moto. Tanto i km sono pochi, inoltre la moto resta parcheggiata gran parte della giornata in centro, quindi meno roba c’è su meglio è. Ma prenoto solo la prima notte, nella quale vedo com’è. Spesso le strutture economiche riservano sorprese che si palesano solo durante la permanenza, come vicini fastidiosi, strada rumorosa, feste in corso o struttura carente rispetto a quanto dichiarato. Poi, se tutto va bene, la mattina a colazione confermo per un’altra notte, altrimenti da lì ne cerco un’altra anche a 500 mt e mi trasferisco al volo. Il rischio, rispetto al tipico prenotare le due notti appena arrivo,  è che la mattina dopo non abbiano più la camera disponibile per la seconda notte perché appena prenotata, ma è minimo e al massimo mi fanno cambiar stanza o mi trovano una sistemazione alternativa.

Ed eccomi nella prima delle due grandi città dell’isola che visiterò a fondo, e alla quale ho dedicato un giorno intero del mio programma: Belfast! Chiunque viaggi spesso sa bene che nei centri delle grandi città europee si possono notare le peggiori nefandezze che un essere umano possa fare a se stesso, e Belfast ne è una degna rappresentante. Non riesco a capire come una persona possa tingersi i capelli di colori dei quali anche la natura si vergogna, al punto che non si trovano su nessun frutto. Noto ragazze, dotate tra l’altro di un’ottima base di partenza, completamente rovinate in testa da miscellanee di colori dei quali nemmeno sospettavo l’esistenza. Mi trattengo ma neanche tanto,  nel commentare con me stesso il campionario di ferramenta che questi giovani si attaccano alla faccia, e stendo un velo pietoso sui tatuaggi colorati che chiudono il cerchio sullo scempio auto indotto. Sento anche parlare italiano “si sono di Saronno”, mi giro e vedo un ragazzo sui 40, anzi forse meglio dire un barbone, con capelli lunghi e non lavati, denti gialli, che strimpella con la sua chitarra mendicando qualche moneta. Non so che pensare. Il turismo a Belfast vive sulla tragedia del titanic, è qui che fu varato nel 1912 dai cantieri H&W. Ora c’è un palazzo a tema che propone diverse opzioni per approfondire la vicenda, da quella multimediale alla semplice visita ai cantieri. Nel punto in cui fu varata la nave ora c’è asfalto, sul quale è stata disegnata la sagoma della nave, e sono state posizionate delle panchine nel punto esatto in cui c’erano le panchine sul ponte principale della nave quando era lì e stava per partire. Gli oratori sanno raccontare veramente bene la storia, e sembra proprio di essere lì a viverla, poco più di 100 anni fa. Ma Belfast è anche altro !! Il castello da cui si domina la città, i famosissimi murales, le case popolari tutte uguali in mattoni rossi a vista, e soprattutto il museo dei trasporti, appena fuori città, fatto benissimo, nel quale scatto foto e faccio schiattare il mio ragazzo, Simone, che adora i treni. Piove spesso, più volte al giorno, ma ormai ho imparato il trucco : aspetto 15 minuti che smetta, e infatti smette, e riparto in attesa del prossimo cambio meteo. Intanto guardo le gomme, e la situazione non mi piace per niente; l’asfalto è veramente merdoso, la gomma è ormai liscia al centro, e ho ancora 1.000 km di irlanda + 1.500 per arrivare a casa. Ma il vero problema è un altro: arrivato a casa il 14 agosto, sono impegnato 2 giorni nei quali non toccherò la moto, e poi riparto il 16 per la germania, dove ho già accordi con un mio amico tedesco per un tour di circa 2.000 km . Oltretutto se succede qualcosa, dovunque io sia è difficile anzi quasi impossibile che abbiano le gomme sul pronto. Non ce la posso fare, prendo una decisione. Contatto il mio amico tedesco e gli chiedo di comprarmi due gomme, e di accertarsi che i gommisti lavorino il 14/8, cambierò le gomme rientrando, fermandomi direttamente da lui e arrivando a casa il giorno dopo rispetto al preventivato. Nessun problema, trova le gomme, prenota il gommista e mi ospiterà da lui a dormire. Bene, ora speriamo di arrivarci, da lui.

Cambio euro con sterline facendo attenzione a non esagerare, domani rientrerò in zona euro e avrò solo il giorno in Inghilterra dove far fuori le sterline. La giornata termina in centro in un pub molto noto.

Oggi mi sposterò da Belfast a Dublino, e a metà strada circa visiterò il complesso di bru na boinne, una serie di tombe di epoca neolitica che, ci scommetto tutto quello che ho, è patrimonio unesco. Negli anni di viaggi che ho fatto ho trovato decine e decine di siti, tutti patrimonio dell’unesco, la cosa mi fa un po’ ridere. Spesso sono abbandonati o trattati male, ma sono patrimonio dell’unesco, quel cartello non manca mai ! A beh alora…  http://www.ilgiornale.it/news/cosa-si-nasconde-dietro-targa-unesco-1291709.html

In prima mattinata compio una bella camminata nell’area di castle ward, zona allestita anche per comitive di ragazzi che possono giocare alla guerra tra il castello, la fattoria e la torre, nota per essere stata sede del film  “il trono di spade”. Rientrato in zona euro, dopo una breve visita alle croci di monasterboice, arrivo a Bru na boinne; si presenta come qualcosa di molto più importante di quello che pensavo. E’ molto visitato (infatti sento spesso parlare italiano, tra l’altro) e il parcheggio è pienissimo. Entro al visitor centre e la prima cosa che mi dicono è che è già tutto pieno per oggi, si può visitare lì e basta, ma le tombe sono out! La sera prima mi ero collegato con l’iPad per vedere meglio di che si trattava, e la visita non è prenotabile via internet, pertanto mi chiedo il senso di tutto ciò, ma la cosa non è per me un grosso problema, il mio obiettivo non è necessariamente entrare nelle tombe, ma girare in moto e visitare laddove possibile. Il visitor centre è comunque piuttosto completo, e mi permette di documentarmi a sufficienza su quello che…. avrei potuto vedere.

Dublino, la capitale ! Prima cosa, l’alloggio. Decido per un campeggio, che trovo a 12 km dal centro, direzione sud ovest. Uno dei grandi vantaggi di girare in moto, rispetto a camper , roulottes o a piedi, è che non m’interessa assolutamente la distanza del pernotto rispetto al centro. Prendere la moto non è un problema, anzi per un motociclista è un piacere, e muoversi per le strade di città affollate con questo mezzo è comunque solitamente agevole. Ho una sfilza di cose da vedere, domani, per ora quella steak house red cow a 2 km dal campeggio mi sembra ottima, e mi ci fiondo dentro per affogare nella loro carne, nelle loro patatine e nella loro birra.

Paaaartenzaaa !! 1 Trinity college old library – 2 Merrion square e national museum of Ireland  – 3 St Stephens green – 4 Dublin castle e Chester Beatty library – 5 Quartiere temple bar – 6 Ex st patrich cathedral – 7 Guinness storehouse – 8 Kilmainham gaol …….. porca miseria ma ce la farò a vedere tutto ? Cerrrto, compresa la statua di Oscar Wilde, uno dei miei scrittori preferiti (gli altri quali saranno ?? 😊  ah sì Robert Pirsig, Dan Brown, Giorgio Bettinelli, Italo Barazzutti). Continuo a vedere gente strana in giro, ragazzi che si buttano via stravaccati sulle scale dei monumenti con una bottiglia in mano di prima mattina, donne che fanno turismo coi tacchi, orientali con l’ombrello per ripararsi dal sole… massì, alla fine è anche bello notare le diversità comportamentali delle varie razze, e riderci su. Gli italiani sono tutti radunati all’interno del trinity college, in una coda chilometrica per poter vedere il “book of kells”, un manoscritto tra i più antichi del mondo redatto da monaci della zona e contenente i quattro vangeli. Mi chiedo se la gente in coda sia a conoscenza del fatto che per € 15 e, stimo, un’oretta di attesa, vengano esposte solo 2 delle 680 pagine del testo, e che non ci si può fermare ad ammirarle, ma solo osservarle passando velocemente senza fermarsi. Il quartiere temple bar è veramente caratteristico, c’è un pub famoso e molta musica nell’aria, si capisce che è zona particolare. In questi posti l’ideale è gironzolare senza meta, guardandosi in giro, prima o poi qualcosa capita sempre. Cammino tutto il giorno, avanti e indietro, e arrivo così alla fabbrica della guinness, in pieno centro. Altro tempio di italiani in coda, noto la terrazza panoramica dove al termine del tour ti fanno assaggiare la birra. A me la guinness non piace, sapore insignificante, per i miei gusti poco esperti. Immagino questa sia una bestemmia per gli intenditori, ma me ne farò una ragione. L’ho sempre battezzata come birra da riflessione, cioè bicchiere che non mi serve per dissetarmi ma per avere la scusa di stare al tavolino, quindi di pensare. La coda è lunga , decido di non fermarmi e proseguo nella mia camminata verso la prigione di Gaol, e poi rientrando in centro. Una giornata veramente piena, e appagante, mi viene in mente quanto ho letto nella mia preparazione al tour su un forum bmw, dove qualcuno ha scritto “mi sono fermato a dublino al volo solo al trinity college e alla birreria perché tanto non c’è niente da vedere”.. beh, ognuno viaggia come preferisce

Oggi ultima “giornata piena” in irlanda, e tappa di avvicinamento al porto di rosslare. In prima mattina decido di collocare la mia scarpinata quotidiana all’interno di glendalough, un sito monastico posizionato intorno ad un laghetto in mezzo alle montagne, nella cornice della riserva naturale di Wicklow, luogo noto più per la natura incontaminata che per il sito in sé. La pioggia mi accompagna nei 2,5 km avanti e altrettanti indietro di passeggiata mattutina fino a quella che una volta era la miniera, ma ora è solo una serie di ruderi. Ma è bello, c’è una tranquillità impressionante e un’atmosfera veramente umida, mi sento in mano alla natura. Proseguo ma continua a piovere incessantemente, sicché mi fermo ad un bar e mi faccio una bella fetta di torta con cappuccino, arrivano due francesi con mogli, su RT uno dei quali ha posizionato due grandi adesivi sul cruscotto della moto, con scritto “roule a gauche” (guida a sinistra), che gli coprono praticamente tutte le informazioni essenziali che la moto gli poteva dare. Non commento, o meglio, commento ma non riporto, e proseguo. A Rosslare ha poco senso campeggiare se la mattina seguente molto presto devo essere già al porto, così cerco un B&B ma non ne trovo. Prenoto quindi a Ennischorty, 40 km a nord, da una fantastica famiglia che appena arrivo mi fa un caffè e mi propone di mettere la roba ad asciugare vicino alla loro stufa . Mi svacco completamente dopo la doccia e salto anche la cena, sono stanco e ho bisogno di non far nulla per tutto il resto della giornata. Inoltre, questi B&B hanno spesso la brocca dell’acqua per avere sempre del thè caldo disponibile, e ci sono anche biscotti e altre piccole delizie, per cui smangiucchio un pò quelle. Sto con me stesso e sto bene, tanto fuori piove piove piove

Ed eccomi costretto a salutare l’irlanda, mèta delle mie vacanze di quest’anno. Parto di buon mattino e arrivo al posto perfettamente in orario, mi imbarco e rientro in gran bretagna. Arrivato in galles, il navigatore, considerando che devo fare ancora 580 km per chiudere la giornata, ed è già quasi mezzogiorno, decide di prendersi la sua parte di gloria e fa il protagonista: niente motorway, bensì stradine strette tra le capre e le pozzanghere. Io procedo in po’ imbestialito per questi 50 km, poi rientro in autostrada e comincio a pedalare seriamente. Dopo il traffico intenso in zona Cardiff, trovato anche all’andata, oltrepasso il ponte di Bristol che ha la strana caratteristica di essere a pedaggio solo nel senso opposto (ma non per le moto, per le quali è gratuito in entrambi i sensi) e, arrivo al ring di Londra, che è una coda unica. Ne faccio la maggior parte in corsia di emergenza, con un occhio alle eventuali telecamere e uno alla strada, per evitare chiodi che metterebbero a rischio la mia già liscia gomma dietro, e arrivo a pochi km da Dover, dove cambio le ultime sterline con della buona 95 ottani per il mio gippone. Ma al B&B, quando spiego alla famiglia che l’indomani devo partire presto perché ho il traghetto alle 7.40 e devo essere là un’ora prima, mi dicono che i francesi bloccano i veicoli per i loro controlli, e rischio seriamente di perdere la nave, con solo 1 ora di anticipo. La sera, prima di una bella cenetta da zio Mac, mi reco al porto a verificare tale stronzata, e invece… è la verità ! Mi consigliano di essere là massimo alle 6.00 !! Kaz domani devo fare anche 950 km, meglio volare a letto subito !

Oggi giornata pesante… levataccia alle 5.15 e tanta strada da fare. Arrivo al porto alle 5.50, sono il primo, non ci sono passeggeri in attesa, non c’è coda da nessuna parte, e non c’è neanche la nave che mi porterà in francia ! Il vuoto più totale!! Dopo aver mandato a cagare un po’ mezzo mondo, mi metto buono in attesa che passi il tempo… la nave arriva alle 7.10, scarica carica e sono il primo a salire. Mi bloccano la moto come se non ci fosse un domani, ma dove kazz volete che vada, mi vien da pensare che il comandante dell’andata deve aver fatto dei casini nei miei giorni d’irlanda, e sono diventati più attenti. A Calais compresa l’ora persa diventano le 10.15. Christian mi aspetta a quasi 1.000 km di distanza e non voglio arrivare tardi a casa sua. Parto in tromba rispettando tutti i puntelli che mi sono fatto considerando la grande capienza del mio serbatoio per spendere poco di benzina e niente di autostrada; la media è buona, stop benza in lussemburgo e ogni tanto pioggia, ogni tanto code, ogni tanto sole… A Stoccarda, ormai a 100 km dall’arrivo, prendo un temporale da paura, viaggio a fianco ai tir nelle corsie ristrette per lavori e le auto viaggiano più lentamente di me, che vado ai 50 km/h e procedo senza fermarmi. Arrivo da Christian alle 19.45 stravolto, finalmente domani cambierò le gomme. Guardo quella dietro e… il sangue mi si gela! Sono alle tele, a Stoccarda poco fa ho rischiato veramente tanto

Ieri sera avevo chiacchierato con piacere con Christian , sua moglie e un amico che girerà con noi in moto nei prossimi giorni. Christian mi aveva detto che ha 9 settimane di ferie in un anno, Ursula ne ha 8. Il loro amico per quest’anno ha già finito di lavorare, fa il programmatore a progetto. In Germania si guadagna bene anche senza lavorare 15 ore al giorno.

Rientro in Italia e sento di ponti che crollano in liguria, scarico di responsabilità, tragedie sul pollino, magistrati che indagano, neri liberi e con precedenti penali che violentano quindicenni a Jesolo. Mi fermo agli stop e da dietro mi suonano, mi avvicino alle rotonde e da dentro accelerano, mi appresto a sorpassare e la macchina davanti si sporge per ostacolarmi. Però fa caldo e c’è un bel sole

La mia Irlanda finisce qui, ormai c’è poco da dire… in Italia farò un pit stop di due giorni per poi ripartire per la Germania, ma questa… è un’altra storia. Sono stato fortunato, col meteo è andata bene, ho scoperto e voglio perfezionare un modo diverso di viaggiare, ho incontrato persone con cui ho dialogato a lungo, ho visto posti e monumenti che non avevo mai visto, ho liberato le mente e lo spirito dalle tossine e dai veleni accumulati in un anno di lavoro. Ho viaggiato a modo mio, e sempre più mi piace viaggiare così, anzi… sarei già pronto per….  … !

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